Meno traffico pesante, più salute.

A Carmagnola esiste già un potente strumento per combattere il traffico pesante della nostra città: si tratta di un’ordinanza, la cui ultima versione risale al 2004, che vieta il transito agli autoveicoli con massa superiore a 35 quintali. Ma come è nata? E all’interno di quale progetto più grande si inserisce? Scopriamolo assieme.

La prima limitazione del traffico pesante è avvenuta con un’ordinanza dell’agosto 1997, con la quale si vietava il transito su alcune strade principali agli autoveicoli con massa superiore ai 35 quintali. Nell’ottobre del 1997 si derogava il divieto ad alcune situazioni specifiche (residenti e ditte di Carmagnola, veicoli che si occupano di carico/scarico etc).

Nel dicembre del 1997 si inaspriva ulteriormente l’ordinanza di agosto 1997, vietando il transito anche agli autoveicoli di massa superiore ai 75 quintali in certe fasce orarie, per i quali non erano più previste deroghe al divieto di transito.

Nel 1998 il Comune di Carmagnola adottava il Piano Urbano del Traffico, antenato del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile), il cui intento era quello di realizzare, con interventi di breve periodo, migliori condizioni della circolazione stradale nell’area urbana, dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati.

Tutte questi provvedimenti risalgono al primo mandato del sindaco di centrosinistra Angelo Elia, la cui Giunta nel 1999 diede inoltre luogo ad un accordo di programma tra Comune, Regione, Ministero, autostrada e ANAS, che prevedeva la realizzazione delle seguenti opere (la cosiddetta “Grande C”):

1. La bretella sud che avrebbe collegato le strade per Racconigi, Marene e Sommariva Bosco con l’autostrada tramite la costruzione di un nuovo casello (Carmagnola sud).

2. Una nuova strada quasi parallela all’autostrada che avrebbe collegato la bretella sud alla strada del Molinasso (a nord-est della città).

3. L’ampliamento della strada del Molinasso e il suo prolungamento fino alla strada per Carignano.

La realizzazione di questo progetto è risultata da subito rallentata, lasciando di fatto le ordinanze del 1997 le uniche arme per combattere il traffico pesante cittadino.

Nel 2003, da giugno a novembre, in occasione del rifacimento del manto stradale sul tratto di Via Torino che percorre Borgo Salsasio, la circolazione al traffico pesante è stata ulteriormente vietata e deviata su percorsi obbligati della città tramite un’ordinanza apposita.

Terminati i lavori a fine ottobre 2003, sulla base di alcune analisi effettuate in quegli anni sulla qualità del’aria, dell’inquinamento acustico e dei passaggi stradali degli autoveicoli, si poteva constatare che, nonostante la pessima qualità dell’aria carmagnolese, durante il divieto di transito imposto per i lavori in Borgo Salsasio i livelli di PM10 erano diminuiti. Pertanto con una successiva ordinanza dell’ottobre 2003 veniva ripristinato il divieto di transito agli autoveicoli di massa superiore ai 35 quintali.

Contro quest’ultima ordinanza fecero ricorso alcuni Comuni limitrofi, che nel marzo del 2004 il TAR accolse, in quanto riteneva che il provvedimento non fosse motivato dalla tutela della salute dei cittadini ma dalla sola sperimentazione degli effetti della chiusura delle strade cittadine al traffico pesante della città.

Tuttavia il Comune si batté per la difesa della salute dei cittadini carmagnolesi, considerato ad esempio che lo sforamento dei livelli consentiti di PM10 era avvenuto 128 volte in 10 mesi contro un massimo di 35 volte. L’allora Sindaco, sempre Angelo Elia nel suo ultimo mandato, scrisse alla Regione, alla Provincia di Torino e alla Prefettura di Torino, chiedendo interventi per risolvere la situazione di crisi della città. 

Non avendo ricevuta alcuna risposta, si proseguì a monitorare la situazione, constatando tramite apposite relazioni tecniche e comunicazioni che il divieto di transito del traffico pesante non andava ad incidere sulla viabilità dei Comuni limitrofi, ma anzi veniva dirottato sull’Autostrada Torino Savona.

Il Comune presentò anche un ricorso al Consiglio di Stato in difesa dell’ordinanza. Nel 2006 lo Stato dá ragione al Comune di Carmagnola, confermando la validità dell’ordinanza.

Pertanto si arriva all’ordinanza finale tuttora in vigore, la quale, sostituendo tutti i precedenti atti, vietò definitivamente il transito agli autoveicoli con massa superiore a 35 quintali in tutto il territorio cittadino.

E’ importante sottolineare come il divieto di transito al traffico pesante è uno strumento che non può purtroppo risolvere IL problema della nostra città, ma lo può quanto meno arginare, servendo da deterrente per coloro che si limitano a transitare nelle strade di Carmagnola per evitare di utilizzare l’autostrada.

E il progetto della Grande C nel frattempo come si è evoluto?

Di tale progetto è stato realizzato, in parte, solo il primo blocco. Nel 2016 è stata inaugurata la bretella sud, realizzata dall’ANAS, ma l’autostrada (venendo meno agli impegni presi) non ha mai costruito il casello Carmagnola sud. L’autostrada ha successivamente proposto di realizzare, al posto del casello, un nuovo tratto di strada che collegasse la bretella sud a via Poirino, consentendo così l’accesso all’autostrada dal casello già esistente.

Negli ultimi anni si sono fatti passi avanti con tutti gli enti coinvolti per la realizzazione del tratto est della tangenziale, ma ad oggi siamo ancora ben lontani dal completamento dell’opera, in particolare per quanto riguarda il tratto nord.

L’ordinanza rimane lo strumento più efficace per controllare il traffico pesante ma non viene applicata adeguatamente.

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