Il Piemonte non si cambia con le facili illusioni

Nel Corriere di Carmagnola di questo mese troverete la seguente riflessione circa la scrittura del Recovery Plan. La strategia messa in atto dal Presidente Cirio per la sua stesura infatti non è nulla di più che una lista dei desideri stilata dai singoli Comuni piemontesi, senza una visione di insieme che possa davvero garantire la ripresa del nostro territorio.

Gentile Direttore, scriviamo al Suo giornale per intervenire su un tema che, a nostro giudizio, ha visto prevalere ancora una volta la facile propaganda sulla capacità di progettare il futuro della nostra Regione. Ci riferiamo alle modalità con cui il Piemonte sta stilando la propria “lista dei sogni” da mandare a Roma per i progetti da finanziare con i fondi europei del cosiddetto “Recovery Plan”.

La Giunta Cirio ha scritto a tutti i Sindaci chiedendo in sostanza ad ognuno di loro: “che vi serve?”.

Quella che poteva essere una interessante consultazione delle esigenze dei territori, si è invece trasformata nella corsa disordinata delle amministrazioni locali a redigere liste “svuotacassetti”, sperando che fosse la volta buona per fare pagare “a Pantalone” progetti giacenti da anni nei vari Uffici Tecnici.

Qualche avveduto Consigliere regionale ha fatto notare che da un Presidente che ha fatto anche il Parlamentare Europeo ci saremmo aspettati di più.

Si è fatto un gran parlare della necessità di destinare bene le ingenti risorse in arrivo dall’Europa, e soprattutto di usarle per il futuro dei nostri figli – come ricorda anche il nome “Next Generation Eu”.

Temiamo invece che si finisca per disperdere questa opportunità in mille rivoli inefficaci, che magari accontentano qualche amministratore amico ma non risolveranno davvero i problemi strutturali del nostro territorio.

Il Piemonte ha bisogno di investimenti strutturali e infrastrutturali, di connessioni veloci, di potenziamento del trasporto pubblico locale, di interventi contro il dissesto geologico (pensiamo alle nostre montagne e colline, ma non solo!), di finanziare la ricerca scientifica e tecnologica, di accrescere l’istruzione e la formazione… Il Recovery Plan deve essere un piano organico di riforme durature, non una lista di opere.

E invece su tutti i giornali locali è andata in scena la gara tra i Sindaci, dove sembrava che chi la sparava più grossa fosse il migliore nel rivendicare gli interessi del suo “campanile”. Ma del resto, il difetto principale è nella regia regionale, a cui spetta il compito di stilare un piano organico, e non di raccogliere un elenco privo di ogni capacità di progettazione strategica sovralocale.

A pensar male, si direbbe che ancora una volta Cirio punta a fare bella figura gratis: ha permesso a ogni Municipio di scrivere la sua “letterina a Babbo Natale”, e poi, se il regalo non arriverà… sarà colpa dei cattivi di Roma o di Bruxelles.

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