I diritti non sono garantiti per sempre
Convenzione di Istanbul: Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, firmata l’11 maggio 2011 da 32 paesi a Istanbul.
La Turchia fu il primo paese a ratificarla il 12 marzo 2012 (in Italia la ratifica avvenne il 19 giugno 2013).
Il trattato si pone l’obiettivo di prevenire la violenza sulle donne, favorire la protezione delle vittime ed impedire l’impunità dei colpevoli.
A 9 anni dalla ratifica, il presidente Erdogan annuncia il ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, luogo dove il trattato fu firmato e da cui prende il nome; questo paradosso ci dice che sui diritti delle donne, e non solo, TUTTO E’ POSSIBILE, perché nessun diritto acquisito è per sempre!
Il disegno delle potenze internazionali più reazionarie e integraliste (cattoliche e non), per limitare o abolire le libertà delle donne nel mondo, è sempre più marcato. Un’ombra oscura minaccia continuamente le nostre vite, come avvenne per il Convegno Internazionale delle famiglie di Verona (29/31 marzo 2019), con l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini in prima fila, insieme a Giorgia Meloni ed altri esponenti della destra italiana, a cui si contrappose il 30 marzo un lungo corteo colorato di protesta (si stimarono 100.000 persone).
Alcuni giorni fa il ministro ungherese Viktor Orban ha dichiarato di voler costituire un nuovo partito nazionalista europeo, con Matteo Salvini e Mateusz Morawiecki, primo ministro della Polonia in cui si sta facendo una crociata contro i diritti delle donne ed i diritti umani in generale (la comunità lgbtq+ è perseguitata) e dove il ministro della giustizia ha dichiarato di voler uscire dalla Convenzione di Istanbul.
In Europa tra l’altro paesi come l’Ungheria e la Slovacchia non hanno MAI ratificato la Convenzione di Istanbul.
Siamo tragicamente legate alle donne turche, che per il 40% sono vittime di violenza domestica, ed alle altre donne, perché ciò che avviene intorno a noi sono prove tecniche per risistemare l’ordine patriarcale-naturale dei ruoli.
Abbiamo sperato che, nella primavera del 2011 proprio dalla Turchia con la Convenzione di Istanbul, fosse partito un cammino verso il rispetto della dignità delle donne e di tutti. Purtroppo ci arriva un segnale oscuro e anche da noi, all’interno di alcuni partiti, si sta lavorando in silenzio in attesa di sferrare un colpo ai diritti delle donne: il senatore Pillon è sempre al suo posto impegnato a preparare qualche DDL da tirar fuori al momento opportuno, frutto di “nostalgia reazionaria” per riportare l’Italia al Medioevo dei diritti.
Mai, dal dopoguerra ad oggi, i diritti delle donne sono così a rischio e se si cambiano i diritti delle donne e della famiglia, cadranno uno dopo l’altro tutti i diritti conquistati!
Le crisi possono riportare indietro le lancette della recente storia femminile, perché non esistono deleghe o tutele che possano garantirci da ritorni al passato e da tentativi di restaurazione.
Davanti ad una politica sempre più misogina, sessista e razzista, è necessario che ci impegniamo, tutte e tutti, a rivendicare la nostra cittadinanza e autodeterminazione.