Le misure di sostegno economico messe in campo dal Comune in questa “seconda ondata” dell’emergenza COVID sono principalmente due, ben distinte per finalità e per modalità di funzionamento.
La prima misura è destinata al sostegno delle famiglie a basso reddito: coloro che nel primo lockdown ricevettero un buono spesa erogato tramite la piattaforma Satispay, riceveranno ora il medesimo aiuto. Coloro che invece usufruirono dei pacchi alimentari distribuiti agli Antichi Bastioni, potranno ricevere ora un buono spesa cartaceo da utilizzare nei negozi locali. Ricordiamo che la gestione degli aiuti alimentari richiese un notevolissimo impegno logistico e organizzativo, reso possibile solo grazie all’impegno delle decine di volontari delle associazioni che prestarono generosamente la loro opera. Ricordiamo anche che questi sussidi sono finanziati quasi totalmente utilizzando i fondi statali erogati dal governo agli enti locali.
La seconda misura adottata nell’ambito dell’iniziativa “Natale con i tuoi” è finalizzata al sostegno del commercio locale, gravemente penalizzato dalla crisi attuale. Interventi di sostegno a questa categoria sono del tutto necessari e la cifra stanziata dal Comune è importante (150.000€). La modalità scelta dal Comune presenta tuttavia a nostro avviso qualche punto debole. Lo dimostra il fatto che gli esercenti, che sono così pressanti nel chiedere misure di sostegno economico, pare stiano aderendo con qualche tiepidezza alle richieste del Comune. Vediamo di cosa si tratta.
Ogni cliente dovrà indicare, all’atto dell’acquisto, il proprio codice fiscale. Ogni cliente può “usare” al massimo tre buoni IN TOTALE, pena dover restituire lo sconto usufruito a seguito di eventuali controlli. Ogni buono permette di scontare 10€ dall’acquisto di almeno 20€ (sul sito del Comune è tutto ben spiegato, con esempi che trovate QUI ). Ogni cittadino può quindi godere di 30€ di sconto massimi pro capite.
Ogni commerciante per aderire all’iniziativa deve presentare domanda al Comune, dove ipotizzano al momento di assegnare a ciascun negozio una quarantina di buoni. Ogni commerciante aderente può applicare lo sconto immediato, incassando quindi 10€ a fronte di una spesa di 20€ (o più) oppure 20€ a fronte di una spesa di 40€ e così via. Fino a un massimo di 60€ (pagati 30€) per ciascun cliente. Questo è il motivo per cui il commerciante deve inserire il codice fiscale del cliente sullo scontrino. L’esercente a fronte di una vendita di 20€ ne incassa la metà, e il valore scontato viene indicato sullo scontrino come “importo non riscosso”. E questo a nostro avviso sembra essere il punto dolente del meccanismo. Per avere reintegrata la parte non riscossa, il negoziante dovrà rendicontare alla fine dell’iniziativa tutti gli scontrini emessi, presentare entro il 31 marzo 2021 fattura elettronica al Comune e vedersi rimborsati gli sconti praticati.
Qualche conto:
Se ogni buono “costa” al Comune 10€, con 150.000€ si finanziano 15.000 buoni. Se ogni cittadino usa 3 buoni, possoNO godere dell’agevolazione 5.000 Carmagnolesi.
Qualche conto: se ogni buono “costa” al Comune 10€, con 150.000€ si finanziano 15.000 buoni. Se ogni cittadino usa 3 buoni, possono godere dell’agevolazione 5.000 Carmagnolesi.
15.000 buoni possono “coprire” 300 negozi con 50 buoni a testa: sarà fondamentale capire quanti sono gli esercizi realmente aderenti e come verranno suddivisi realmente i buoni. Nell’ipotesi che riceva 50 buoni, ogni negoziante “scontrinerà” 1000€, ne incasserà 500€ e dovrà chiedere il rimborso per 500€: viste da questa prospettiva, non sembrano cifre adeguate a ristorare le perdite subite dal settore.
In chiusura, una valutazione politica:
Gli aderenti a partiti che invitano a ribellarsi alla “lotteria degli scontrini” perché “il governo non deve sapere cosa compro”, chiedono di indicare il proprio codice fiscale sullo scontrino affinché il tuo acquisto possa essere controllato dal Comune.
Forze politiche che hanno martellato per mesi sul fatto che gli aiuti statali devono essere immediati, pronta cassa, versati direttamente sul conto corrente (ricordate?), adesso chiedono ai negozianti di anticipare i soldi che verranno loro rimborsati in seguito.
E infine: il centrodestra ci dice in TV tutte le sere “basta con i bonus, le vere esigenze sono altre”, e questo cos’è, se non un bonus all’acquisto di beni?